C'è stata una vittoria schiacciante sabato a Roma, ma non è stata quella di
Alfredo Gavazzi.
Chi ha vinto è stato il solito sistema politico italiano fatto di strette di
mano, frasi sussurrate, voti di scambio, promesse, nepotismo, clientelismo,
pizzini.
Chi ha perso? La democrazia, il confronto sui contenuti, l'etica.
Le hanno spacciate come le elezioni che sancivano la fine della dittatura.
Non è vero. tutto è esattamente come prima, un Presidente monarca e un
consiglio asservito e sotto ricatto.
Ripeto. Tutto come prima, non si è spostata una virgola.
E' stata un'elezione surreale dominata da uno spregevole e offensivo affresco
alle spalle degli oratori, Mussolini, i gerarchi, gli arditi, le camice nere,
tutti assassini, una cosa da togliere il fiato. Io mi sono sentito umiliato,
ho solo pensato a mio padre staffetta partigiana ferito ad Alba e a suo fratello
deportato a Dachau.
Volevo parlare, Non ne ho avuto la possibilità, l'ho chiesto al notaio, mi
sarebbero bastati 2 minuti. Mi ha detto che non erano previsti interventi dei
candidati. Un minuto l'avrei impiegato per parlare di quanto sarebbe stato
importante per la democrazia avere un'opposizione all'interno del consiglio,
l'altro di quanto mi sentivo umiliato a dover parlare sotto il ritratto di
Mussolini.
E' andata così, ma sarà per l'ultima volta.
domenica 16 settembre 2012
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